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La lustrascarpe

La professione del lustrascarpe è lentezza, pausa, attenzione e cura. Eleonora l’ha scelta anche per questo suo valore, oltre che per la grande passione verso le scarpe.

“Io non faccio la lustrascarpe, lo sono. Ho scelto di diventarlo seguendo una vera e propria pulsione: l’interesse verso la calzatura e l’amore per gli artisti che lavorano con le loro mani”.

L’approccio al lavoro artigiano di Eleonora è stato graduale e da autodidatta: “ho imparato, un po’ alla volta, cercando di recuperare più informazioni possibili online. Ma essendo una professione del passato non è facile trovare materiale. Io ho raccolto testimonianze, racconti, foto che provengono da tutto il mondo”.

L’attenzione e la cura con cui Eleonora si occupa dei suoi clienti denota il suo grande amore per il lavoro e per le scarpe, che lei considera molto più che semplici oggetti. “La scarpa è un biglietto da visita” ci racconta “una testimonianza storica, specialmente se viene mantenuta nel suo splendore per molti anni. Inoltre per me spesso diventa un oggetto quasi simbolico. Trovo che abbia un grande valore perché rispecchia la personalità di una persona, è sempre con te e ti sostiene tutti i giorni, ti porta in giro per il mondo a vivere chissà quali esperienze”.

Quello della calzatura è un universo molto serio per Eleonora, ed è per questo che costruisce il suo modo di lavorare in modo accurato. Tutti gli attrezzi e i prodotti che utilizza sono scelti da artigiani italiani, che, come lei, fanno dei loro mestieri una vocazione e un’arte. Tra gli oggetti da lavoro ci sono preziose spazzole in corno e cocco realizzate in veneto, prodotti per la lucidatura da Genova, un grembiule cucito a mano e uno stand pensato da Eleonora e costruito da un falegname apposta per lei. “Per me è una vera filosofia: cerco prodotti fatti da persone che come me vogliono portare avanti l’artigianalità italiana. Sapere che queste cose sono state fatte a mano mi fa essere ancora più fiera”. Tra i pezzi del cuore, c’è anche lo sgabello realizzato dal suo compagno, un portafortuna che ha segnato l’inizio della sua storia professionale.

È un lavoro apparentemente semplice, quello di Eleonora, ma la ritualità dei suoi gesti ha qualcosa di magico. “Prima di tutto si tolgono i lacci, poi la scarpa va spazzolata per eliminare la polvere e pulirla a fondo. Ogni scarpa dovrà avere la sua specifica cura che la riporterà al suo splendore. Con lo step successivo, la deceratura, si rimuove la cera precedente. Con la stesura di un latte detergente si eliminano le macchie e contemporaneamente si nutre la pelle. Infine, si cerca il colore più simile per trattare la scarpa con la crema adatta”. Un lavoro lento e preciso, che a volte richiede anche tempi rilassati per dare la possibilità alla pelle di tornare come nuova.

“Mi piace guardare al passato più che al futuro e spero di essere un tramite per mantenere in vita e dare nuova energia a questo antico mestiere”. Ma Eleonora non ha intenzione di tramandare la sua arte ad allievi e appassionati: “non è una questione di gelosia. Per me non ha senso codificare una tecnica. Il mio lavoro è una questione molto intima, un modo per stare da sola con me stessa. Mi rilassa fare la lustrascarpe, è quasi un’esperienza zen”. L’intento di Eleonora è quello di riportare in auge, con un nuovo allure, un mestiere quasi dimenticato e, per dare la possibilità a chiunque di provare l’esperienza rilassante e rigenerante di un servizio di lustrascarpe, Eleonora lo porta in giro a fiere ed eventi in piazza.

 

 

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